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Seamless Integration

di Roberto Crivello e Anna Taraboletti Segre

Si sa che per scrivere con stile elegante occorre usare l’aggettivo con prudenza e parsimonia. Già nel 1939, nell’articolo “Fisiologia e patologia dell’aggettivo” pubblicato su Lingua Nostra, Euclide Milano spiegava come esistano “… aggettivi inscindibili dai nomi a cui si riferiscono per la tendenza, che è nei più, di ripetere, per inerzia, come formule, le frasi fatte”. Per esempio, “… l’edera è tenace; non può essere che tenace. … Lo studio fatto con una certa intensità è indefesso; non può essere che indefesso. L’indifferenza è gelida; la passione è ardente…” e così via. Un altro problema frequente si verifica quando l’aggettivo crea una tautologia, p. es. piani futuri, collaborazione reciproca. I due errori si sommano nell’espressione inglese seamless integration e nel corrispondente seamlessly integrated, adoperate in informatica, in genere in ambito pubblicitario, per indicare integrazione tra prodotti e servizi.

L’aggettivo seamless (letteralmente: senza giunzioni) viene tradotto nei dizionari bilingue con continuo, uniforme, ininterrotto; per esteso, si arriva a perfetto, armonioso e infine alla locuzione senza soluzione di continuità (che non vuol dire altro che ininterrotto, ma sembra elevare il registro e quindi viene preferita). Nel web si trova una moltitudine di pagine contenenti uno di questi aggettivi o locuzioni. C’è anche chi scrive integrazione seamless, evidentemente senza rendersi conto dell’ilarità che si può suscitare tra i lettori più attenti.

Il problema non è tanto la poca conoscenza dell’inglese (anche traduttori esperti cascano nel tranello), quanto un’acquiescenza nei confronti del testo originale per cui si pensa, sia pure inconsciamente, che occorra tradurre l’intera espressione. Invece bisogna tenere presente innanzitutto che integrazione contiene il senso di tutti gli aggettivi e le locuzioni di cui sopra mentre un’integrazione può essere, per esempio, più o meno rapida, più o meno agevole; in secondo luogo, che seamlessly integrated fa parte di una serie di cliché, come state-of-the-art, on the leading edge, user friendly, che hanno perso qualunque peso nella frase a causa dell’utilizzazione eccessiva e acritica fattane dai pubblicitari. Per verificare poi se si ha di fronte una tautologia nel testo inglese, basta seguire il metodo usuale, consistente nello stabilire se esista un’espressione contraria che sia di uso comune. Purtroppo la ricerca, condotta nel web, non dà alcun esito: nessuno parla di seamful integration in modo serio.

L’abuso di seamless non è sfuggito ai madrelingua inglesi più attenti ai luoghi comuni. Leggiamo in The Computer Contradictionary, di Stan Kelly-Bootle, alla voce “seamless”: ‘Michael Schrage writes “…Bill Gates vows his company will lead consumers to a dazzling, new, multimedia future that seamlessly integrates the best of audio, video and computer technology.” Some care is surely needed, Bill. If the joins are too seamless (insufficiently seamful?), the “media” is reduced to one unvariegated lump, unworthy of the prefix “multi.”‘* L’espressione seamlessly integrated segnala quindi al traduttore che il testo su cui sta lavorando può contenere ridondanze e banalità; basta esserne consapevoli per evitare di riprodurle.

 

* [‘Michael Schrage ha scritto “…Bill Gates promette ai consumatori uno straordinario futuro multimediale in cui s’integreranno senza soluzione di continuità le migliori tecnologie audio, video e del computer.” Sarà bene procedere con cautela, Bill. Se l’integrazione non presenterà nessuna discontinuità (un’integrazione eccessiva?), il futuro multimediale sarà un ammasso informe, indegno del prefisso “multi.”‘]

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