Cannocchiali collassabili?
di Roberto Crivello e Anna Taraboletti Segre
L’istruzione “Collapse each drive shaft to its minimum length” (dalla corrispondente figura si capisce che l’albero è telescopico), in un manuale di trattori, ci ha dato l’opportunità di studiare il tipo di calchi che si modellano su alcune accezioni del verbo “to collapse”. Mettiamo per il momento da parte la scelta del verbo italiano che descriva con accuratezza e concisione l’azione consistente nel fare scorrere l’uno dentro l’altro gli elementi tubolari di un dispositivo telescopico fino a ridurlo alla lunghezza minima. Sia l’inglese collapse che l’italiano collasso derivano dal latino collapsus ‘caduta, crollo’; ma accanto al significato di cedimento improvviso e rovinoso di una struttura, l’inglese ha sviluppato anche quello meno drammatico di ‘ripiegamento’, cosicché in inglese è corretto, p. es., parlare di un collapsible table, ossia di un tavolino pieghevole. Analogamente, in inglese è stato naturale introdurre la locuzione collapsible steering column per descrivere un tipo di piantone che offre caratteristiche di sicurezza passiva per il guidatore in caso d’urto. Durante l’impatto il piantone, di tipo telescopico, cede in modo controllato, assorbendo l’energia in modo da non causare lesioni. Altrettanto naturalmente, quando è venuto il momento di descrivere menu e altri elementi delle interfacce utente che possono essere espansi o compressi con un semplice clic per rivelare molto più testo o per ingombrare al minimo lo schermo, in inglese sono nati i collapsible menus.
E in italiano? Per il momento abbiamo il piantone collassabile (già registrato in alcuni dizionari, quale il Grande dizionario italiano dell’uso, di Tullio De Mauro) e i menu collassabili (che fanno concorrenza ai menu comprimibili). Purtroppo entrambi i termini italiani, ma soprattutto il secondo, soffrono di ambiguità. Nel caso di collapsible steering column il ‘collasso’ si presenta come una rottura, ma con un certo grado di controllo, cosicché implica sia un ‘crollo’ che un ‘ripiegamento’; invece nel caso dei collapsible menus manca qualunque connotazione di ‘crollo’, in quanto l’espansione o la compressione del menu è controllata per intero dall’utente e non ha alcuna conseguenza dannosa. Poiché in italiano il verbo – collassare – da cui si è formato l’aggettivo ha il significato esclusivo di ‘azione rovinosa’, verrà a mancare l’intuitività del significato del termine collassabile ogniqualvolta esso voglia indicare invece anche, o soltanto, ‘comprimibile’ o ‘ripiegabile’. Naturalmente l’uso renderà chiaro a tutti il nuovo significato, ma occorrerà un certo tempo.
E intanto che cosa accadrà ai cannocchiali? Torniamo al punto di partenza, cioè come tradurre l’istruzione presentata all’inizio. Non si può pensare a ‘ripiegare’ un albero telescopico, in quanto ‘ripiegare’ significa modificare più volte un andamento piano o rettilineo. Né è adatto il verbo ‘retrarre’, a cui si ricorre quando si hanno elementi che vengono ritirati dentro altri elementi; infatti ‘retrattile’ (“suscettibile di essere ripiegato e alloggiato in un apposito vano”) implica, per l’appunto, la presenza di un alloggiamento in cui si possano ritirare tutti gli elementi del dispositivo, cosa che non si verifica nel nostro caso. Un verbo che ci è sembrato adatto, in ambito tecnico, è ‘raccogliere’; infatti significa non solo ‘ripiegare’ (p. es., le ali), ma anche ‘stringere insieme’, ‘avvolgere’ (p. es. le vele, le reti). Ne abbiamo trovato nel web almeno un’occorrenza (nel decreto legislativo 494/96, Sicurezza nei cantieri), laddove si parla di ‘raccogliere il braccio telescopico’. Nel caso di vele o reti i vari elementi che si stringono insieme si susseguono con continuità, mentre nel caso di un dispositivo telescopico sono discreti, ma il risultato finale dell’azione è lo stesso: portare l’oggetto in una configurazione di minimo ingombro.
Se volessimo scrivere come si parla (il movimento di avvicinamento della lingua scritta a quella parlata è in atto, ma ci vorrà ancora molto tempo prima che si realizzi completamente, soprattutto nei linguaggi tecnici), anziché “raccogliere ciascun albero di comando alla lunghezza minima” potremmo scrivere semplicemente “chiudere ciascun albero di comando”. È ovvio infatti che nella lingua dell’uso quotidiano si dirà, p. es., ‘chiudere’ una scala (telescopica). Analogamente, un amico che ci stia mostrando il suo cannocchiale probabilmente direbbe ‘chiudi il cannocchiale quando hai finito’. Il nostro timore è che, man mano che si diffonderanno la conoscenza e l’uso di collassabile dai settori automobilistico, informatico e altri ancora in cui è ormai di norma ricalcare l’inglese, si comincerà a parlare e a scrivere di tavolini collassabili e che, un giorno, il nostro amico ci chieda di collassare il cannocchiale una volta finito di adoperarlo.